Benefici clinici aggiuntivi dell'immersione in acqua termale abbinata al protocollo di esercizio standard per l'insufficienza venosa cronica
Un recente studio di un gruppo di ricercatori italiani, pubblicato online in anteprima sul Journal of Vascular Surgery: Venous and Lymphatic Disorders, si è posto l'obiettivo di confrontare l'effetto di un protocollo di esercizio standardizzato svolto in immersione di acqua termale, rispetto allo svolgimento dello stesso protocollo al di fuori dell'acqua, in pazienti con insufficienza venosa cronica. Lo studio, randomizzato e controllato, ha rilevato un ruolo potenziale per le tipologie di acque termali a densità più elevata nel controllo del volume degli arti inferiori e nel miglioramento della qualità della vita.
L’acronimo dello studio, DATA (Dryland And Thermal Acquatic standardized workout protocol for chronic venous disease), si traduce letteralmente “Protocollo di esercizio fisico standardizzato all'asciutto o in acque termali per l'insufficienza venosa cronica”, ma fa riferimento anche al fatto che, come si sottolinea nelle conclusioni, è necessaria una raccolta di dati intensa e rigorosa per passare dall'empirismo alla scienza basata sull'evidenza nell'ambiente acquatico, potenzialmente molto utile per la gestione della malattia venosa cronica.
ll disegno dello studio è stato concepito a seguito di una ricerca precedente, pubblicata nel 2017 sulla rivista scientifica Flebologia da parte dello stesso gruppo di ricerca, che trattava dell'esercizio acquatico standardizzato, svolto però in acqua non termale.
I pazienti sono stati inclusi nello studio e assegnati in modo casuale a eseguire un protocollo di esercizio standardizzato all’asciutto, oppure immersi nell'acqua di una sorgente termale naturale a 33° gradi Celsius, e con un alto contenuto di minerali. I ricercatori hanno quindi valutato la volumetria delle gambe, il grado di mobilità della caviglia, lo spessore del tessuto sottocutaneo e il diametro della vena sottocutanea ‘grande safena’, rilevati tramite ultrasonografia, e la qualità della vita.
Dopo cinque sedute di esercizio, il volume delle gambe, lo spessore del tessuto sottocutaneo e il calibro della grande safena sono diminuiti significativamente solo nel gruppo che aveva svolto gli esercizi in acqua termale. La mobilità della caviglia è aumentata significativamente in entrambi i gruppi, ma con valori più elevati nel gruppo 'acqua termale'. Inoltre, gli autori hanno riferito che nel gruppo 'acqua termale' è stato osservato un miglioramento di entrambi i punteggi utilizzati per misurare la qualità della vita (questionari VVSymQ e CIVIQ20), mentre in chi ha svolto gli esercizi all'asciutto è stato rilevato un miglioramento degno di nota in uno solo dei due punteggi (CIVIQ20).
In conclusione, per i pazienti con insufficienza venosa cronica, il fatto di svolgere gli esercizi immersi in un'acqua termale potenzia i benefici del protocollo di esercizio standard. Rispetto ai dati già disponibili in letteratura sull'effettuazione degli esercizi in acqua non termale, questo studio ha rilevato un potenziale ruolo per le acque termali ad alta densità nei parametri di misurazione della circolazione venosa degli arti inferiori.
I risultati dello studio DATA sono i primi a confrontare gli effetti di un protocollo di esercizio standardizzato per i pazienti affetti da insufficienza venosa cronica in un ambiente di immersione in acque termali rispetto all'asciutto. Gli studi futuri dovrebbero porsi l'obiettivo di valutare per quanto tempo questo effetto venga mantenuto dopo lo svolgimento degli esercizi in acqua, ed il relativo impatto sulla circolazione venosa.
Bibliografia
Menegatti E et al. J Vasc Surg Venous Lymphat Disord 2021 Jan 8; S2213-333X(20)30734-4.
doi: 10.1016/j.jvsv.2020.12.078.