Impatto della quarantena da COVID-19 sulla malattia emorroidaria avanzata e ruolo della telemedicina nella gestione dei pazienti


L'impatto della pandemia da COVID-19 sulle attività chirurgiche è stato devastante. Tutti i centri clinici hanno rinviato e gradualmente riprogrammato le attività, dando priorità alle procedure in base alla gravità della malattia e all'urgenza clinica, come suggerito da diverse società chirurgiche. La chirurgia proctologica è andata incontro a un notevole ridimensionamento. In questo scenario, la telemedicina è stata promossa come possibile strumento alternativo per valutare o rivalutare i pazienti, ridurre al minimo i rischi di esposizione e stabilire priorità, garantendo un trattamento appropriato per tutti i pazienti. Durante la quarantena da COVID-19, le persone hanno modificato radicalmente le loro abitudini alimentari, i ritmi sonno-veglia e lo stile di vita. Ad oggi, gli effetti di questo periodo sul benessere dei pazienti proctologici, sulla loro salute psicologica e fisica, non sono completamente noti.
Lo scopo dello studio di Paola Campennì e colleghi è stato quello di valutare sia l'impatto del lockdown da COVID-19 sui sintomi della malattia emorroidaria, sia le conseguenze sui tempi di attesa nell’unità proctologica della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS di Roma. Altri obiettivi riguardavano un’analisi del ruolo della telemedicina nella gestione clinica della malattia emorroidaria avanzata e la soddisfazione del paziente nei confronti di questa forma di valutazione clinica.

In questo studio, sono stati presi in considerazione tutti i pazienti in lista d'attesa per la chirurgia emorroidaria. I pazienti idonei sono stati contattati telefonicamente. Secondo la pratica clinica dell’unità proctologica sopra menzionata, il punteggio dei sintomi della malattia emorroidaria (HDSS) e la short health scale-HD (SHS-HD) hanno determinato il punteggio di Rørvik. I punteggi sono stati collezionati a partire da tutti i candidati idonei alla chirurgia emorroidaria. I questionari sono stati tradotti in italiano e compilati, durante la visita, da tutti i pazienti sotto la supervisione di un chirurgo, al fine di garantire la completa comprensione delle domande. L'HDSS si basava su 5 sintomi emorroidali cardinali che sono stati valutati impiegando una misurazione di frequenza riportata dal paziente: 0 = mai; 1 = meno di una volta al mese; 2 = meno di una volta alla settimana; 3 = 1–6 giorni alla settimana; 4 = tutti i giorni o sempre (da 0 a 20). La SHS-HD valutava l'impatto che i sintomi emorroidali avevano sulla vita quotidiana dei pazienti. Il punteggio di Rørvik è stato misurato e confrontato con il punteggio al basale.

I pazienti che erano in lista d’attesa da più tempo hanno riportato punteggi significativamente peggiori (p <0,001), suggerendo che un lungo decorso della malattia in stadio avanzato rappresenti un fattore predisponente significativo. In seguito a valutazione mediante telemedicina, la lista d'attesa con priorità è aumentata del 43,8% (più 23 pazienti). La perdita di peso di almeno 3 kg e l'attività fisica sono risultati fattori di protezione (p=0,02 e p=0,002 rispettivamente). È stato registrato un elevato grado di soddisfazione (quasi l'80%) nei confronti della telemedicina.

Nel complesso, i ritardi associati alla pandemia da COVID-19 sono stati associati a un deterioramento dei sintomi emorroidali e del benessere dei pazienti e i cambiamenti di peso e stile di vita sono stati ritenuti fattori chiave nel determinare la gravità della malattia. La telemedicina ha rappresentato un valido strumento per valutare lo stato di salute dei pazienti e ha portato a una revisione critica della lista d'attesa dell’unità proctologica della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS di Roma, che altrimenti non sarebbe stata possibile. In considerazione dei risultati clinici, si può affermare che la telemedicina ha un impatto significativo sulla gestione pratica della malattia emorroidaria e delle relative complicanze. Poiché questo modello di assistenza potrebbe essere applicato ad altre specialità, sarebbe opportuno attuare un piano a lungo termine sostenuto dal sistema sanitario nazionale per migliorare l’implementazione di questi servizi.

Bibliografia
Campennì P et al. J Clin Med. 2020 Nov; 9(11): 3416.