L’importanza dell’esercizio fisico nell’insufficienza venosa cronica


L’insufficienza venosa cronica (IVC) è una patologia progressiva comune, i cui processi fisiopatologici possono avere origine molto prima che i danni alle vene siano visibili. I sintomi più diffusi sono riferibili agli arti inferiori e includono crampi, edema, gonfiore, dolore, bruciore, affaticamento e pesantezza. La causa è l’ipertensione venosa agli arti inferiori, dovuta a problemi delle valvole venose e/o ad ostruzione del flusso venoso. Per aiutare il sangue a risalire verso il cuore giocano un ruolo molto importante i muscoli delle gambe, in particolar modo quelli del polpaccio e del piede. Per questo motivo l’attività fisica dovrebbe essere consigliata a pazienti che soffrono di questa patologia.
Recentemente, è stato condotto il primo studio volto ad approfondire l’effetto dell’attività fisica su dolore, affaticamento e qualità della vita dei pazienti con IVC. 69 pazienti sono stati suddivisi in 3 gruppi, ognuno dei quali è stato sottoposto a un diverso grado di intensità di attività fisica (leggera, media ed intensa). I partecipanti allo studio hanno risposto a dei questionari validati che sono stati poi analizzati. È stato osservato che i sintomi dell’IVC risultano ridotti nel gruppo con attività fisica moderata rispetto agli altri due. In più, l’attività fisica, nei tre gruppi, è stata associata ad una riduzione del dolore, dell’affaticamento e ad un miglioramento della qualità della vita (QoL). Tra le attività svolte troviamo la camminata, l’andare in bicicletta e la danza. In particolare, la camminata è risultata benefica nell’aiutare la contrazione dei muscoli del polpaccio, migliorando il ritorno venoso verso il cuore. La frequenza e la durata delle attività sono state riportate nei questionari da parte dei singoli pazienti (le raccomandazioni generali sulla salute consigliano almeno 30 minuti di attività moderata tutti i giorni). Per quanto riguarda il dolore e l’affaticamento, lo studio ha concluso che un effetto positivo si genera con un’attività fisica moderata nei pazienti con IVC. Una moderata attività fisica può quindi evitare un affaticamento eccessivo. Nell’IVC, l’immobilizzazione per due settimane degli arti inferiori porta a ipertensione venosa e, di conseguenza, a dolore. Un’attività fisica ad intensità moderata, ma non bassa o elevata, può essere un’opzione per ridurre il grado di dolore dovuto a IVC.
In linea generale, alcuni studi hanno indicato che l’attività fisica migliora il benessere e la QoL nei pazienti con patologie croniche ed è associata ad una significativa riduzione della mortalità per cause cardiovascolari. Forti evidenze sostengono come individui che svolgono maggiore attività fisica presentino una più bassa incidenza di mortalità per tutte le cause, una pressione sanguigna più bassa, migliori valori cardiorespiratori e maggior facilità nel mantenimento del peso. Nei pazienti affetti da IVC, l’attività fisica potrebbe quindi aiutare a tenere sotto controllo i sintomi della patologia e a ridurre le comorbidità.
In definitiva, i risultati dello studio descritto sopra hanno riportato che un livello moderato di attività fisica potrebbe essere utile nel ridurre sintomi come dolore e affaticamento in pazienti con insufficienza venosa cronica, migliorando la loro qualità di vita.

Bibliografia
Keser I et al., 2020. Turkish Journal of Thoracic and Cardiovascular Surgery; 28(1): 76-83 doi: 10.5606/tgkdc.dergisi.2020.18068